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Il crack Lehman Brothers
 
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Tutti i rischi in compagnia

di Federica Pezzatti e Riccardo Sabbatini

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Il marchio di fabbrica è quello di una solida compagnia italiana ma il motore di quelle index, da cui dipende la restituzione del capitale agli investitori, è un bond emesso da Lehman Brothers. Ed ora che la quarta banca americana è entrata ufficialmente in amministrazione controllata i rimborsi sono ad alto rischio. Da un monitoraggio sui principali gruppi assicurativi effettuato da "Il Sole 24 Ore" - peraltro incompleto visto l'elevato numero di polizze in circolazione - sono oltre 30 le index linked costruite con un obbligazione di Lehman e la cui garanzia di capitale alla scadenza, come segnalano i prospetti informativi, è a carico dell'emittente e non dell'assicuratore. Collocate a piene mani in questi anni come prodotti con garanzia del capitale, gli investitori scoprono oggi che quella garanzia non c'è. O meglio, riposa sulla capacità di solvibilità dell'emittente dell'obbligazione (di solito uno zero coupon) utilizzata per costruire la polizza. Nel complesso il portafoglio "a rischio" appare per il momento di ammontare limitato, alcune centinaia di milioni in confronto ai 14 miliardi di index linked collocate in Italia soltanto nel 2007 (il 23% della produzione totale vita). Ma molto più pesanti potrebbero essere le conseguenze sull'immagine delle compagnie e, soprattutto, sui portafogli dei piccoli risparmiatori che hanno acquistato le polizze.

Alla Consob e all'Isvap è allarme rosso. Il regulator assicurativo, in particolare, sta svolgendo un censimento per individuare l'ammontare delle esposizioni che coinvolgerebbero circa una ventina di operatori. Tra le imprese colpite dall'attuale collasso della banca Usa ci sono grandi blasoni stranieri come Axa e Zurich ed anche la piccola Bcc Vita che ha collocato ben tre polizze garantite da bond Lehman da un anno a questa parte, per un totale di circa 30 milioni di euro. Il gruppo recentemente acquisito da Cattolica, ha diffuso ieri una nota per avvertire che le quotazioni delle "polizze Lehman" potrebbero essere diffuse in ritardo a causa delle difficoltà da parte dell'agente di calcolo, in questo caso Iccrea, nel reperire informazioni ufficiali. Non solo, il comunicato inserito nel sito di Bcc Vita avverte laconico che «si prevede che il valore delle polizze possa subire consistenti riduzioni».
Il problema della valorizzazione fa emergere un'altro limite di questi prodotti. L'entità del riscatto infatti dipende dal valore "di mercato" della polizza determinato di solito da un terzo soggetto. Esso è influenzato dai caricamenti iniziali applicati e dalla valorizzazione del bond sottostante e della componente derivativa. Poichè i bond Lehman sono attualmente quotati intorno al 30% del valore nominale, chi oggi volesse abbandonare anzitempo la partita andrebbe incontro a notevoli perdite. E per il valore a scadenza non c'è alcuna certezza.
Tra le più coinvolte c'è anche Mediolanum Vita. Lehman compare come garante dei bond in cinque casi, con polizze scese già a fine luglio (ultima quotazione ricavata dal sito) sotto 70. In altri 10 casi Lehman viene indicata come emittente di un titolo strutturato. Colpito anche il gruppo Unipol che, assieme alla controllata Aurora, ha ben sette index garantite da Lehman per un totale di circa 100 milioni di euro.
Difficile capire come si comporteranno ora le compagnie. Per evitare danni reputazionali, potrebbero ad esempio integrare la garanzia offerta dalla banca. Ma, se così fosse, i ratios patrimoniali stabiliti su questi prodotti risulterebbero ex post sottostimati. Nel frattempo il crack di Lehman un risultato lo ha già prodotto: molte compagnie hanno per il momento rinviato le emissioni di nuove index linked e, per qualche assicuratore, già si tratta di un de profundis.


GLOSSARIO MINIMO

CHAPTER 11
È uno degli articoli cruciali della legge fallimentare statunitense e serve ad aiutare un'impresa a migliorare la sua situazione di cassa nel breve periodo. Regolamenta la procedura di riorganizzazione aziendale e consente a chi vi ricorre di dar seguito in tutto o in parte ai debiti che ha contratto attraverso i profitti futuri. I manager della banca continuano a "governare" mentre il giudice fallimentare è il supervisore di quanto accade all'interno dell'azienda dove vengono prese una serie di misure. Si impedisce ai creditori di intentare nuove azioni legali; si blocca la maturazione di nuovi interessi sul debito fino a che non è stato adottato un piano di riorganizzazione; si consente l'accesso a nuovi prestiti poiché questi ottengono la priorità nel rimborso rispetto a tutti gli altri crediti poiché vengono considerati tra le spese amministrative della stessa procedura. Infine, con il cramdown, il giudice fallimitare può imporre l'adozione di una sorta di amministrazione controllata.

DEFAULT
Consiste nell'incapacità tecnica di un emittente di rispettare le clausole contrattuali previste dal regolamento del finanziamento. Può essere formale o sostanziale: nel primo caso l'emittente non rispetta determinati indici di copertura o partimoniali tali per cui il prestito potrebbe subire una significativa modifica del proprio merito di credito; il secondo si verifica quando l' emittente non è materialmente in grado di corrispondere le rate di interesse o di rimborso del capitale alla scadenza.

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